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martedì 31 maggio 2011

Il cielo arancio sopra Milano

Pezzo a grande richiesta dei miei pochissimi lettori. E le richieste ai piccoli blog non rimangono mai inascoltate.
Ho osservato anche io il silenzio mediatico pre-elettorale. Avrei voluto scrivere della mia Milano, ma come potevo vedendola così...col fiato sospeso.
Questa la sensazione camminando per strada. Un milione e mezzo di persone nell'attesa spasmodica di un risultato che avrebbe cambiato davvero le sorti della città. Una volta tanto l'esito avrebbe fatto la differenza.
Per i miei fedelissimi ho seguito molto da vicino la campagna elettorale, che è stata designata come la più divertente mai vista, almeno dalla sottoscritta. Non solo per i miliardi di eventi annessi e connessi, ma per il tam tam di informazioni, video canzonatori, filmati divertenti che fluivano senza sosta, minuto dopo minuto, sul web, nuovo campo di battaglia.
Non importava molto quale fosse l'orientamento politico di ognuno. La sfida per il posto di primo cittadino milanese interessava tutti. Senza limiti di età, credo religioso o substrato sociale.
Ed è questa la vera novità. Perché i milanesi non son mica gente di bocca buona! Nossignore, si muovono solo per le cose grosse e possibilmente anche raffinate, chic e off limits ai più.
Ma stavolta no. Si sono riversati in piazza e per le strade, hanno espresso la loro opinione. Bastava ascoltare frammenti di discorsi sul tram, o in fila alla mensa. I nomi dei due candidati scelti erano sulla bocca di tutti.
Non è un'illusa Milano. E' scettica e cinica. Per questo il fermento di questi giorni testimonia una vera rivoluzione, la nascita di una coscienza di massa. Troppo ottimista? Forse.
Intanto usciamo tutti da giorni di fuoco, frastornati dalla confusione, dagli exit pol, dai concerti gratuiti e dal faro di scena puntato tutto su di noi. Lusingati di tanta attenzione, questo è sicuro. Siamo specialisti del red carpet!
Sconfitti o vincitori, abbiamo svoltato. Volenti o nolenti ricominciamo da qui.
Ho sempre pensato che mi mancava l'esperienza vitale di una vera rivoluzione. Pensavo ai sessantottini, alle femministe, alle battaglie sindacali. Mi lamentavo di fare parte di un periodo storico asciutto e poco appassionato. Eccomi accontentata. Non saranno la guerra civile spagnola (e per fortuna!), ma questi quindici giorni sono stati aria sferzante sulla faccia.
Ecco quello che più mi ha colpito di questa incredibile esperienza.
Gli eventi. Avete mai visto tanti concerti, comizi, spettacoli in così poco tempo? Ero angosciata, perchè non era possibile presenziare ad ogni cosa. Un più, anzi molti più, all'attuale sindaco per la Volata, biciclettata sociale. Qualcuno penserà anche al ciclista urbano, finalmente?
Youtube. Fonte inesauribile di ogni tipo di video assurdo. Ha allietato la campagna e stemperato la tensione. Consigliati: Il favoloso mondo di Pisapie, Tranne te (in versione rap comunistico) e Viva la mamma (Edorado Bennato featuring Letizia Moratti).
La fata arancina: una novantenne con i capelli tinti di arancio per l'occasione è stata avvistata durante lo spettacolo in via Lazio, giovedì 26. A una certa età non si è mai eccessivi.
Le magliette dissacranti: con la firma Morattiquotes, frasi pungenti per il candidato sindaco di Rifondazione. La mia preferita: Pisapia è il fumo nero di Lost.
I cartelloni pubblicitari: agguerriti quelli di Letizia. Anche troppo. La satira, si può dire, se l'è fatta da sola rubando lavoro e idee a Crozza e compagni. Forse scherzava! Bah...
Gli slogan: sia quello del buon Giuliano (Libera Milano) che quello dell'ex sindaca (Forza Milano), si prestano, con leggeri cambi d'intonazione e l'aggiunta di un apostrofo qua e là a tutt'altre interpretazioni. Bastava cambiare la disposizione delle parole per evitare l'inondazione dei social network con volantini ritoccati con fotoshop.

Ieri, finalmente, è finita l'attesa. Alle 17 e 30 si annunciava la vittoria di Giuliano Pisapia, nuovo sindaco di Milano.
Piazza Duomo esplodeva di gente contenta. Questo, alla fine, quello che conta.
Le prime parole da Primo Cittadino sono state: sarò il sindaco di tutta Milano. Allora anche della Milano disagiata, della periferia meccanica, dei disoccupati, degli studenti, delle centraliniste e degli immigrati? Dice di sì. Speriamo, davvero.
Magari la città si toglie un po' di cipria e di lucidalabbra glitter, smette i panni di diva in paillette e tacchi a spillo e indossa quelli di capitale culturale e anticonformista. In fondo, lo era già stata.
Benvenuto dunque al nuovo Sindaco. La responsabilità che ti sei preso è bella grossa, forse troppo per un uomo solo. Circondati di bella gente, che a Milano ce n'è tanta.
Un passo alla volta e non ti scoraggiare se la bella e capricciosa ti volterà le spalle al primo passo falso. Non demordere. Ci vuole pazienza, come con tutte le cose belle.
E allora...Buongiorno Milano!

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