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sabato 10 dicembre 2011

L'albero della Cuccagna

Back. Sentivo una specie di nostalgia.
Una piccola segnalazione: ogni martedì e sabato, dalle 15 alle 20, mercato agricolo alla Cascina Cuccagna, via Cuccagna 2. Per semplificarvi la vita, da Porta Romana prendete via Muratori, la cascina si trova accanto al centro sociale Vittoria.
Nella corte due volte la settimana alcuni produttori, contadini, allevatori...si danno appuntamento. I prezzi sono contenuti e la frutta da dieci e lode.
Chicche: un apicoltore che propone mieli aromatizzati e che ha sempre voglia di spiegarvi come dove e perchè alleva le sue api e quale sia il miele migliore per un tè o per una camomilla e una sciura che vende pasta secca di farro artigianale.
Il mercato agricolo è solo una delle attività del progetto. Per info: http://www.cuccagna.com/.
Forse vi ricorderete un servizio di qualche settimana fa di Striscia la Notizia, proprio riguardo al mercato agricolo che lo indicava come un modo di fare la spesa e risparmiare. Il biologico non è necessariamente caro. Provate a fare un giro da queste parti.

martedì 31 maggio 2011

Il cielo arancio sopra Milano

Pezzo a grande richiesta dei miei pochissimi lettori. E le richieste ai piccoli blog non rimangono mai inascoltate.
Ho osservato anche io il silenzio mediatico pre-elettorale. Avrei voluto scrivere della mia Milano, ma come potevo vedendola così...col fiato sospeso.
Questa la sensazione camminando per strada. Un milione e mezzo di persone nell'attesa spasmodica di un risultato che avrebbe cambiato davvero le sorti della città. Una volta tanto l'esito avrebbe fatto la differenza.
Per i miei fedelissimi ho seguito molto da vicino la campagna elettorale, che è stata designata come la più divertente mai vista, almeno dalla sottoscritta. Non solo per i miliardi di eventi annessi e connessi, ma per il tam tam di informazioni, video canzonatori, filmati divertenti che fluivano senza sosta, minuto dopo minuto, sul web, nuovo campo di battaglia.
Non importava molto quale fosse l'orientamento politico di ognuno. La sfida per il posto di primo cittadino milanese interessava tutti. Senza limiti di età, credo religioso o substrato sociale.
Ed è questa la vera novità. Perché i milanesi non son mica gente di bocca buona! Nossignore, si muovono solo per le cose grosse e possibilmente anche raffinate, chic e off limits ai più.
Ma stavolta no. Si sono riversati in piazza e per le strade, hanno espresso la loro opinione. Bastava ascoltare frammenti di discorsi sul tram, o in fila alla mensa. I nomi dei due candidati scelti erano sulla bocca di tutti.
Non è un'illusa Milano. E' scettica e cinica. Per questo il fermento di questi giorni testimonia una vera rivoluzione, la nascita di una coscienza di massa. Troppo ottimista? Forse.
Intanto usciamo tutti da giorni di fuoco, frastornati dalla confusione, dagli exit pol, dai concerti gratuiti e dal faro di scena puntato tutto su di noi. Lusingati di tanta attenzione, questo è sicuro. Siamo specialisti del red carpet!
Sconfitti o vincitori, abbiamo svoltato. Volenti o nolenti ricominciamo da qui.
Ho sempre pensato che mi mancava l'esperienza vitale di una vera rivoluzione. Pensavo ai sessantottini, alle femministe, alle battaglie sindacali. Mi lamentavo di fare parte di un periodo storico asciutto e poco appassionato. Eccomi accontentata. Non saranno la guerra civile spagnola (e per fortuna!), ma questi quindici giorni sono stati aria sferzante sulla faccia.
Ecco quello che più mi ha colpito di questa incredibile esperienza.
Gli eventi. Avete mai visto tanti concerti, comizi, spettacoli in così poco tempo? Ero angosciata, perchè non era possibile presenziare ad ogni cosa. Un più, anzi molti più, all'attuale sindaco per la Volata, biciclettata sociale. Qualcuno penserà anche al ciclista urbano, finalmente?
Youtube. Fonte inesauribile di ogni tipo di video assurdo. Ha allietato la campagna e stemperato la tensione. Consigliati: Il favoloso mondo di Pisapie, Tranne te (in versione rap comunistico) e Viva la mamma (Edorado Bennato featuring Letizia Moratti).
La fata arancina: una novantenne con i capelli tinti di arancio per l'occasione è stata avvistata durante lo spettacolo in via Lazio, giovedì 26. A una certa età non si è mai eccessivi.
Le magliette dissacranti: con la firma Morattiquotes, frasi pungenti per il candidato sindaco di Rifondazione. La mia preferita: Pisapia è il fumo nero di Lost.
I cartelloni pubblicitari: agguerriti quelli di Letizia. Anche troppo. La satira, si può dire, se l'è fatta da sola rubando lavoro e idee a Crozza e compagni. Forse scherzava! Bah...
Gli slogan: sia quello del buon Giuliano (Libera Milano) che quello dell'ex sindaca (Forza Milano), si prestano, con leggeri cambi d'intonazione e l'aggiunta di un apostrofo qua e là a tutt'altre interpretazioni. Bastava cambiare la disposizione delle parole per evitare l'inondazione dei social network con volantini ritoccati con fotoshop.

Ieri, finalmente, è finita l'attesa. Alle 17 e 30 si annunciava la vittoria di Giuliano Pisapia, nuovo sindaco di Milano.
Piazza Duomo esplodeva di gente contenta. Questo, alla fine, quello che conta.
Le prime parole da Primo Cittadino sono state: sarò il sindaco di tutta Milano. Allora anche della Milano disagiata, della periferia meccanica, dei disoccupati, degli studenti, delle centraliniste e degli immigrati? Dice di sì. Speriamo, davvero.
Magari la città si toglie un po' di cipria e di lucidalabbra glitter, smette i panni di diva in paillette e tacchi a spillo e indossa quelli di capitale culturale e anticonformista. In fondo, lo era già stata.
Benvenuto dunque al nuovo Sindaco. La responsabilità che ti sei preso è bella grossa, forse troppo per un uomo solo. Circondati di bella gente, che a Milano ce n'è tanta.
Un passo alla volta e non ti scoraggiare se la bella e capricciosa ti volterà le spalle al primo passo falso. Non demordere. Ci vuole pazienza, come con tutte le cose belle.
E allora...Buongiorno Milano!

giovedì 19 maggio 2011

Ubi maior minor cessat

La città può essere un inferno. Lo ammetto. Anche per una innamorata come me ogni tanto ci vuole una pausa, piccola, ma necessaria. Ritrovare un po' di pace e silenzio.
Le opzione sono due. Se avete i vetri doppi e l'aria condizionata il consiglio è quello di rifugiarvi nel vostro appartamento. Mettervi comodi sul divano con un libro o un vecchio film, staccare il telefono, non accendere il computer. Oppure dedicarsi al giardinaggio o balconaggio (se avete il giardino in città appartenete ad uno 0,3% dell'intera popolazione dell'urbe e nutro per voi una sincera e spassionata invidia!).
Se chiudervi in casa vi da un senso di claustrofobia, c'è un'altra opzione per essere in “tre due uno” catapultati in un altro mondo...termemilano!
Le terme in città. Siete abituati a prendervi un paio di giorni per arrivare sui monti svizzeri o a farvi ore di macchina per approdare al lago, solo per usufruire del percorso benessere? Antichi! Anzi anacronistici! Perchè farlo quando prendendo la metro linea gialla e scendendo alla fermata Porta Romana potete entrare in un tempio del relax? E senza nemmeno dover uscire dalla città!
A due minuti da casa un centro termale coi fiocchi.
Ero scettica quando le mie amiche me l'hanno proposto. Molto. I posti dove ci si rilassa mi rendono nervosa. La frenesia cittadina è parte di me.
Eppure, mi sono dovuta ricredere.
Si entra in un magnifico universo silenzioso. Si fa il bagno nelle vasche all'aperto con le mure cinquecentesche come contorno e poi si parte con le mille e una attrazioni.
Ho scoperto che il bagno turco e l'hammam differiscono per il grado di umidità e che esiste la doccia emozionale (che più che emozioni regala sorprese sotto forma di getti di acqua gelata quando meno te lo aspetti).
Le signorine all'ingresso forniscono tutto, proprio tutto: asciugamano, shampoo, crema per il corpo e infradito. Nemmeno la borsa bisogna portare! Per veri milanesi dell'ultimo minuto, che escono dal lavoro e vogliono a tutti i costi farsi una sauna. Il costume però è obbligatorio, non scordatevelo, che non siamo mica in Svezia.
Nel giardino dell'edificio trovate una sauna allestita in un tram. Piccolo segno della milanesità del luogo. Molto molto originale. Peccato per un pacchiano cartello-sponsor grosso come una casa.
Alla fine dell'”estenuante” viaggio di vasca in vasca e di doccia in doccia e di vapore in vapore finalmente arriva il momento del ciboooooo!
Buffet molto bio, molto veg, molto macro...insomma poco sostanzioso, ma niente male.
Mi concedo dieci minuti nella sala relax, con un bel fuoco acceso e quegli enormi cuscini pieni di sabbia, che prendono la tua forma e poi, chi si alza più? Musichetta new age per accompagnare il pisolino che sto per fare. La sirena di un'ambulanza supera la barriera delle mura fatte costruire nientepopodimeno che da Ferrante Gonzaga, e raggiungono le mie orecchie rilassate.
Casa dolce casa. E buonanotte!

martedì 10 maggio 2011

Per un mercoledì da leoni

C'è qualcuno che ha tempo da vendere? Che si mette lì, per strada, con un banchetto, tanto di ombrellino per ripararsi dal sole e offre a prezzo modico minuti e mezz'ore. Oggi offerta speciale: 10 minuti a 2 euro! Se compri un'ora ti regaliamo 10 minuti!!
Io mi ci fionderei e mi farei pure fare credito!
Fatto sta che per ora a Milano di venditori di tempo non ce n'è. Se ne avete notizia scrivete!
La mancanza di questo utile esercizio commerciale mi ha tenuto lontano dal mio confessionale di milanesità.
Oggi ho rinunciato ai doveri accademici. Non sarà poi così grave.

Ecco ecco. Il mercoledì ho sempre un ospite speciale. Non che ne abbia uno per ogni giorno della settimana. Ne ho uno il mercoledì che però è fisso, non si cambia. Un appuntamento sempiterno come “Novantesimo minuto” la domenica sera. Sembra non abbia mai avuto un inizio e che non possa avere una fine.
Chiaramente dal giorno di apertura del blog, l'ospite permanente è più che coinvolto nell'esplorazione e nella ricerca. Non batte ciglio, grazie al cielo.
Gli ultimi due mercoledì sono stati interessanti, in senso culinario.
Due proposte per chi è affamato.
Proposta numero uno: un risotto alla milanese, fatto in casa come se fosse da servire al ristorante.
Copio diligentemente la ricetta tradizionale, quella vera vera eh, mica pizza e fichi!

Ingredienti per 4/6 persone:
riso vialone 400 gr
formaggio lodigiano (non è dato sapere, credo che il grana vada benissimo!) 75 gr
ottimo brodo di lesso (vi assicuro che con le verdure viene bene uguale!) 1,5 lt
una piccola cipolla
zafferano in pistilli

Prendere i pistilli di zafferano, metterli in una tazza e versarci sopra un po' di brodo bollente, metteteli in un posto sicuro (mica che vi cada la tazza con dentro il corrispettivo di un galeone spagnolo pieno di dobloni d'oro in zafferano).
Mettere la cipolla a pezzi con un po' d'olio nella casseruola (come non avete una casseruola? Come non sapete cos'è una casseruola?? va beh, la padella delle bistecche andrà bene, col bordo un po' alto però!). Far rosolare un pochino, poi togliere la cipolla. Mettere il riso a tostare e poi aggiungere il brodo poco a poco e solo alla fine versare anche quello della tazza, ma togliendo i pistilli, che non sono buoni da mangiare. Aggiungete il formaggio a vostro gusto e mantecate ancora un pochino. Una noce di burro non guasta.

Et voilà, ecco a voi il risotto del colore del sole! Il piatto tipicissimo della bella Milano.
La ricetta originale voleva anche del grasso d'arrosto, o midollo di bue...io ne faccio a meno. Troppo splatter e io sono debole di stomaco, ma a voi la scelta!
Servite con i sacri crismi, su un bel piatto e con un rametto di prezzemolo che fa colore e decorazione.
Il ristorante direttamente a casa. Basteranno due fiori in mezzo alla tavola o il servizio di posate buono (che io non ho, meglio i fiori o i tovaglioli a ventaglio!).
Il mio ospite, che è uno esigente in fatto di cibo, ha apprezzato molto.

Proposta numero due: cena fuori, ma dove dove dove??
L'idea era di andare allo Chandelier. Una specie di mondo fatato dove tra uno stupore e l'altro ti servono anche da mangiare. Era anche una dei miei compiti a casa, una delle 52 delle 101 cose.
Dopo svariate peripezie scopriamo che il sogno di Coppola, magnate della moda che ha aperto questo favoloso mondo di piacere, si è spezzato l'anno scorso. Lo Chandelier ha chiuso. Mannaggia!! La peculiarità del posto era senza dubbio l'arredo. Cianfrusaglie e oggetti d'arte disseminati ovunque e tutti rigorosamente in vendita, per permettere al fantasioso proprietario di rinnovare l'intero locale ogni anno. Un posto camaleontico come il paese di Alice.
Dopo la delusione, dovevo rifarmi. Ho sguinzagliato segugi esperti e...trovato!
Pane e Acqua. Via Matteo Brandello 14. Tra Cadorna e Sant'Ambrogio.
Piccolo, famigliare, con enormi foglie verdi alle pareti. Cucina perfetta e piccole chicche appese qua e là.
Non proprio per tutte le tasche, ma per le occasioni speciali è l'ideale.
Le liste vengono portate all'interno di libri, tanto che all'inizio non capivo se fosse un invito alla lettura o ci fosse un club del libro di cui non ero al corrente.
Prima di andarcene soddisfatti e sufficientemente satolli, scopriamo che anche qui ogni parte dell'arredamento è in vendita. Dal bellissimo piccolo faro che illumina la stanza, alle forchette colorate, ai tavolini che sembrano quelli che si usavano all'asilo.
Il camaleonte non passa mai di moda!

martedì 26 aprile 2011

Consiglio letterario e musicale

Mi hanno regalato un libro su Milano. Si vede che la mia ossessione porta i suoi frutti.
E' la mia lettura serale da qualche giorno.
Non riesco a dormire, sia l'ora che sia, se non leggo almeno una decina di pagine di qualsiasi cosa. Cerco di scegliere con cura e devo dire che, nonostante non sia stato selezionato, il libro che mi è capitato fra le mani mi appassiona.
"Milano calibro 9". Lui, Scerbanenco, è nato a Kiev e vissuto a milano tra i cinquanta e i sessanta.
Una città tutta gangster, pistole e affari sporchi, la sua. Scura, difficile, cattiva. Ventidue racconti noir, rompifiato, da leggere uno dietro l'altro. L'amaro che lasciano spinge a proseguire. Non c'è posto per i buoni sentimenti, solo fruscio di pallottole, sangue e uomini grossi in doppiopetto. La parte oscura della forza, insomma.
Non mi dispiace in fondo, immergermi per qualche ora al giorno in questa versione d'altri tempi della mia Milano.
Scopro, leggendo sull'autore, che ha scritto altre cose. Altri racconti sparatutto. Mi cade l'occhio su un titolo famigliare: I milanesi ammazzano al sabato.
Titolo, appena modificato, del disco del 2008 degli Afterhours, gruppo milanese per eccellenza. Senza sforzo eletto miglior lavoro della band dalla sottoscritta.
14 ricette di quotidiana macabra felicità, sottotitolo che introduce all'ascolto. 14 canzoni che lasciano in bocca lo stesso amaro dei racconti del bravo Scerbanenco. Comprendo appieno e appoggio l'ispirazione letteraria di Agnelli e compagni. Si saranno trovati come me immersi in un alone misterioso e affascinante, rapiti dal turbine dei crimini e dei delitti? Avranno pensato che quell'aria pesante ristagna ancora sulla città, che la nasconde sotto strati di palliette e vetrine scintillanti, come si fa con la polvere sotto il tappeto?
Avranno avuto l'impressione che il libro parli di ognuno di noi? Degli spazi scuri che manteniamo sotto controllo, delle ombre della bestia umana.
Se avete voglia di tirare fuori un po' di scheletri dall'armadio, ci sono già un libro e un cd che vi aspettano per aiutarvi nella difficile risalita in superficie della parte cattiva di voi. ;)

mercoledì 20 aprile 2011

Breaking news

Due aggiornamenti.
Fatta la spesa da mistofrutta. Essere serviti con gentilezza e chiacchierare con il commesso simpaticissimo non ha prezzo. L'esperienza cancella ogni ricordo delle avventure supermercatifere. Finalmente ho trovato un nuovo amore, abbandono volentieri il mio vecchio compagno comodo ma noioso, che mi tenevo solo per comodità.
Rettifica: la domenica è chiuso! Avevo letto male. Il sabato però apertissimo!!

Nella stanza delle bici del mio palazzo, dove fino a qualche settimana fa riposava solitaria la mia Storta (eh sì, si chiama così...potete anche cercare di indovinare il perchè) sono apparse molte altre meravigliose due ruote e tre minuscole biciclettine per bambini con le rotelline. Tenerezza infinita. Giovani ciclisti urbani crescono. :)

E il quattro vien da sè...

Ci sono molti luoghi che diamo totalmente per scontati. Angoli che pensiamo di conoscere solo per il fatto di esserci passati molte volte.
Sapevo da tempo che Piazza Mercanti aveva qualcosa da mostrarmi, anzi da farmi ascoltare, ma avevo sempre procrastinato.
“Lo farò” mi dicevo. E intanto ci passavo ogni giorno davanti, girandomi dall'altra parte fischiettando, ignorando la mia lacuna.
Devo dire la verità, mi ci hanno trascinato. Io avrei rimandato ancora.
Così eccomi. Cambia un bel po' la prospettiva, da sotto il colonnato. La strada sembra lontana, scura, come se ci fosse un vetro a separarla da me.
Ci si accorge subito che l'acustica è il pezzo forte. Risuona tutto come microfonato, e la tua voce ti sorprende.
Siamo pronti per dare il via al miracolo. Io da un lato della piazza, la mia spalla (nel senso di aiutante nelle esplorazioni!) dal lato opposto. Facce rivolte verso il muro e... “Cloe, mi senti?” Un bisbiglio sembra provenire dalla parete stessa, come se un cavaliere errante o una donna condannata per stregoneria fossero stati murati vivi.
“Wow, allora è vero!!!” sussurro piano. Rimaniamo lì a dirci quanto è incredibile per qualche minuto.
Poi soddisfatta e sorridente mi faccio un altro giretto in tondo, sotto la luce gialla dei faretti.
“Per cos'è che utilizzavano il trucco? Per parlarsi tra amanti?”
“No, erano i Mercanti che contrattavano in segreto.” rispondo sovrappensiero, ho letto con attenzione la pagina dedicata.
“In effetti, si chiama Piazza dei Mercanti!”
Mi metto a pensare agli amanti.
Gli amanti. Quanto sarebbe originale una dichiarazione d'amore così? Dici alla tua bella o bello di mettersi in posizione e poi tiri fuori parole d'altri tempi per creare un momento che, per lo meno, anche se va male, lei/lui non si dimenticherà.
Spesso a Milano non si respira proprio tutto sto romanticismo. Anche la seduzione e i rituali amorosi cambiano alla velocità della luce.
Eppure la città offre spunti meravigliosi, nicchie private, alcove segrete, piccoli angoli incantati.
Basta cercare, basta cercare!