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martedì 12 aprile 2011

Colazione da Tiffany

Se si vuole, a Milano, c'è sempre qualcosa da fare.
Ogni sera ci sono almeno: uno spettacolo teatrale, un vecchio film, una mostra e un locale che valgono la pena. Senza contare gli eventi speciali e gli appuntamenti settimanali irrinunciabili (vedi birra a tre euro all'East End il lunedì).
Per i milanesi è scontato che sia così, ma per me che provengo dalle lande desolate del freddo nord bergamasco è stata una scoperta alquanto affascinante. Una specie di dipendenza da eventi. Per i primi due anni dal trasferimento nella mia piccola grande mela non riuscivo a passare una sera in casa. Tutta una città da esplorare! Prima i posti più rinomati, poi quelli più antichi, quelli all'ultima moda e infine quelli miei, che avevo scoperto per caso o dopo lunghe ricerche.
Ma a Milano, se c'è una sensazione bella e famigliare, è proprio quella di aprire il giornale la mattina in metro, o davanti ad una tazza di cappuccino e chiedersi “Cosa NON farò stasera?”.
E' così rilassante sapere che il mondo continua ad impazzire anche senza di noi, che si può scendere dalla giostra, riposarsi un po' e poi risalirci quando si vuole.
Ieri sera, dopo aver valutato le proposte della città, decidiamo di rimanere in casa (anche in vista della settimana del fuori salone che sta per cominciare, e sarà campale!!).
Io e le ragazze, una cena frugale (insalata, sottaceti, patatine del sacchetto), le pulizie e un film. Mica un filmetto qualunque. Casablanca, classico tra i classici.
Fuori Milano continua ad urlare, ma noi siamo già in Marocco, con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman.
In salotto abbiamo una collezione di locandine di vecchie pellicole. Ci fanno sentire un po' intellettuali e un po' retrò. Audrey ci osserva con il diadema di diamanti in testa, vicino a lei ci sono Merilyn e Charlot. Si litigano lo spazio grande sulla parete. Casablanca occupa solo un angolino, ma, non per questo, un posto meno ambito nelle nostre top ten.
A metà film ci accorgiamo che la gatta è sparita. Interrompiamo il nostro soggiorno nella terra dei Faraoni per cercarla. Quattro pazze che girano prima per casa e poi per il palazzo chiamando: “Gatto! Gatto!!”. La ritroviamo al pianterreno impaurita e rannicchiata in un angolo. Dev'essere scappata fuori quando siamo scese a buttare la spazzatura.
Alla scena manca solo Peppard che ci abbraccia tutte quante sotto una pioggia battente.
Torniamo, gatto compreso, sul divano a goderci la fine della storia, a chiedere a Sam di suonarla ancora. Guardo fuori dalla finestra. Vedo il solito panorama. Tetti a perdita d'occhio e mille finestre illuminate. Tutto è ancora vivo, il macchinario funziona, la giostra continua a girare.
Che sollievo!

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