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domenica 27 marzo 2011

Il respiro di una città

Come sempre, quando uno dice a se stesso che farà le cose con costanza e determinazione, un uragano passa e catalizza tutta l'attenzione.
Mi è mancato il mio angolo segreto, i miei pochi lettori e la mia tastiera. Mi guardava offesa, ogni tasto sembrava dirmi: "lascia perdere tutto sto affanno, corri qui e scrivi, adesso!". Troppo responsabile per dire sì senza sentirmi in colpa e io odio i sensi di colpa.
Stasera, finalmente, un'ora di tempo tutto per me. Non c'era scampo, Milano chiamava.
Oggi più che mai, gridava forte, reclamando la propria identità.
Ho visto emergere sotto i miei occhi esterefatti un'Atlantide colorata e viva, che prendeva forma e voce.
La magia si ripete ogni anno, tra marzo e aprile, un week end come gli altri all'apparenza. L'isola esce dalle acque, bella e splendente, come se non si fosse mai eclissata.
Non me la sono mai persa, Fa la Cosa Giusta, da quando vivo qui. E' un appuntamento irrinunciabile. Inizio a pensarci settimane prima e mi pregusto quanto sarà meraviglioso. E' una delle poche cose che non delude mai le mie aspettative.
Mi aggiro per la fiera e mi chiedo dove erano tutte queste persone prima... prima della fiera, durante il resto dell'anno. Lavoravano alacremente per mostrare al mondo intero il risultato? Avranno pensato anche loro che Milano è una città difficile? Difficile da vivere e da capire. Si saranno chiesti se ne valeva la pena? Lascio perdere le domande, c'è così tanto da vedere e così poco tempo...ho voglia di scoprire. Sì, perchè sulle cose che scopro qui ho materiale per arrivare al prossimo anno.

Oggi ho scoperto che:
-una piccola impresa produce detergenti per la casa e il corpo con prodotti biologici e che sul loro sito ci sono le schede tecniche per imparare a farseli da soli (così la smetteremo di metterci ai fornelli a provare ricette della nonna e a guardare strane sostanze schiumose bollire e cambiare colore. Una scena che nemmeno le streghe di Macbeth...);
-hanno inventato il critical fashion: giovani designer e stilisti che propongono qualcosa di nuovo e particolare (forse voi lo sapevate da anni, ma io mi ero persa delle puntate). Non so se avete presente la sensazione di ritrovarvi ad una festa e accorgervi che la tizia seduta al bancone ha esattamente lo stesso vestito che vi siete comprati ieri e fino a due minuti prima sfoggiavate a testa alta. Per gli ometti all'ascolto, vista con gli occhi di una ragazza, la situazione può sfiorare la tragedia. Niente di meglio che indossare qualcosa di unico al mondo;
- esiste un posto, per gli interessati Parco Naturale dell'Energia Sostenibile in Umbria, che è completamente alimentato con energie rinnovabili. Una cascina con orto biologico e animali in libertà, dove passare un week end ad imparare a vivere ad impatto zero. Niente fumo che esce dal camino, niente bollette, niente fughe di gas. Ho pensato che in un posto così potrei anche smettere di fumare. Mi sentirei molto fuori luogo sapendo di essere l'unica fonte di inquinamento nel raggio di almeno cinque chilometri!
- al referendum per il nucleare bisogna votare sì per dire che si è contrari. Da che mondo è mondo, sì vuol dire approvazione e no disapprovazione. Sembra che per chi scrive i complessi, e spesso nemmeno troppo sintatticamente corretti, testi dei referendum la terra giri al contrario. Bisogna tenere gli occhi spalancati costantemente, la fregatura è dietro l'angolo. Infatti al referendum sulla privatizzazione dell'acqua per dire di no bisogna crocettare il sì. Potremmo evincere, molto socraticamente, che basta votare sempre il contrario di ciò che si pensa. Sono sollevata nel considerare il fatto che lo scompenso creato dai tranelli infingardi toccherà anche chi non la pensa come me.

Le novità non finiscono qui. In realtà sembrano non finire mai. Ogni stand è una porta su un universo grandissimo, che apre altre curiosità e stimoli nuovi. Un caleidoscopio gigante, in cui le immagini si rincorrono all'infinito. Il vaso di Pandora, ma senza cataclisimi universali.
Mentre tornavo (con tre borse di volantini, una maglietta critica, un contenitore di piantine per comporre il mio "orto dei sapori" e un carico di verdura biologica) mi sentivo un po' stordita, quasi ubriacata dal bagno di folla e dagli stimoli che mi avevano colpito con troppa velocità perchè le trame neuronali riuscissero a registrarli tutti. In metro pensavo a quante persone erano lì, a farsi colpire dagli stimoli come frustate, a lasciarsi incuriosire dal pesto bio e dal forno solare.
Ma allora ci sei. Allora respiri ancora. Mi lasci in apnea per un po', poi mi porti a galla e mi fai prendere una boccata d'aria fresca. Sarebbe bello poter restare ad Atlantide, trasferircisi proprio, cosa ne dici Milano?
Io dico che quell'aria di festa ti starebbe proprio bene addosso.
Tu dormici su, mi farai sapere.
Ma lasciatelo dire, oggi sembrava che fossi lì a dirci che "il meglio deve ancora venire!"

3 commenti:

  1. lasciatelo dire: pezzo strafico!
    ho colto le diverse citazioni e come hai preso ispirazioni dalle varie parti della giornata! un bellissimo puzzle assolutamente ben riuscito! e poi..... viva la fiera Fai la Cosa Giusta!

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  2. Grazie Vale,
    mi fa piacere il tuo commento! Speriamo di avere tempo di concentrarci di più sul blog e anche su altri progetti! ;)

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  3. Vogliamo più followers....Gli adesivini ti aiuteranno!!!

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